Il fiume che non c’è
Il Tevere è la grande opera incompiuta di Roma. Sin dalle origini della città, il rapporto tra Roma e i territori affacciati sul mare è stato conflittuale.
Il fiume ha alimentato la città grazie al trasporto di merci fino all’avvento della ferrovia e del trasporto su gomma; Roma ha però sempre considerato gli sbocchi
al mare di Ostia e Fiumicino come territori da controllare impedendone lo sviluppo.
La realizzazione dei muraglioni ai primi del ‘900, ha di fatto reciso la relazione città fiume, rendendola inesistente, ed eclissandone il ruolo di infrastruttura e progressivamente la navigabilità. E se oggi il fiume appare ancora come un elemento lontano e distante, uno sfondo nell’immaginario urbano, può invece evidenziare un valore potenziale. Percorrendo il fiume fino al mare si dimentica progressivamente la città perché immersi in un corridoio ecologico perfettamente preservato. Il Tevere è ancora un asse portante in grado di riallacciare e rilanciare parti di città eterogenee: vecchi e nuovi quartieri, tessuti industriali dismessi, campagna, aree archeologiche. Episodi che il fiume tocca, e che sul fiume si affacciano ma che percorrendolo non si vedono né intuiscono.
Il Tevere potrebbe rivelarsi capace di riunire questo paesaggio eterogeneo ricostruendo un sistema di relazioni perdute in un paesaggio frammentato, rigenerando il territorio attraverso un’infrastruttura naturale che lega la città al Mediterraneo.
Progetto vincitore della Call to Action Internazionale lanciata per la prima edizione de La Biennale dello Stretto
Concept e video: IT’S con 8Production e Maria M. S. Lagunes
IT’S, 8Production
IT’S, 8Production