Un paesaggio orizzontale
La consultazione internazionale 2018/SEOUL SUPERGROUND è stata lanciata dalla città di Seoul con l’obiettivo di integrare le precedenti ipotesi di rigenerazione urbana, sviluppate qualche anno prima nell’ambito del SEOUL UNDERGROUND.
Le 18 aree proposte agli architetti mostravano delle configurazioni e delle peculiarità differenti.
In particolare, il sito numero 18 non presentava alcun agglomerato abitativo che sarebbe stato difficile ignorare ma anche complicato inglobare in modo soddisfacente e senza evitare demolizioni, mettendo in atto un nuovo approccio alla costruzione totalmente aperto.
Immaginando l’area come una sovrapposizione orizzontale di semplici linee, distinte tra loro e interrotte unicamente dalla traiettoria dell’autostrada, iniziai a pensare alla pertinenza di un paesaggio orizzontale, capace di ricreare un masterplan costituito da piani orizzontali sovrapposti o giustapposti. Questi, successivamente curvati e messi in sequenza nell’area individuata tra l’autostrada e il quartiere SEONGSU-DONG, avrebbero dato origine ad una nuova topografia urbana.
Criticità dell’area
L’autostrada trovandosi a percorrere l’area tra il fiume e gli argini toglieva al singolo pedone ogni speranza di raggiungere con semplicità e in sicurezza le aree naturali della riva, divenute purtroppo inaccessibili a seguito della realizzazione della strada stessa. Anche il fiume aveva ormai perso la sua originaria bellezza. Si era trasformato in un luogo abbandonato, morto, al quale la città, in divenire nelle sue trasmutazioni, aveva progressivamente voltato le spalle.
La semplicità di una lunga piastra sottile, curva
Ci siamo trovati quindi a fronteggiare il problema più grande di quest’area, ovvero capire come attraversare l’autostrada senza che questo avvenisse al livello della strada stessa. Ciò voleva dire, in una prima ipotesi, far passare la strada attraverso un tunnel sotterraneo che percorresse l’intera lunghezza dell’area.
Fu così che invece mi venne l’idea di una semplice piastra sottile, lunga e curva che avrebbe incluso le enormi dimensioni del sito.
L’idea di un’isola: l’isola dei calzolai
L’idea di riportare l’acqua del fiume alla banchina GWANGNARU-RO mi sembrò molto più sofisticata e interessante rispetto a quella di andare a cercare l’acqua molto più lontano al nord, anche perché quest’ultima soluzione avrebbe comportato il dover superare una serie di ostacoli insormontabili.
Offrendo la sua facciata sud verso una massa costruita ma porosa, solida ma al contempo permeabile alla luce proveniente dalla stessa direzione e alle vedute dai blocchi adiacenti, “l’isola dei calzolai” guardava a sud attraversando il lago e tornando indietro verso la sua storia sociale, ovvero quella del SEONGSU_DONG, quartiere dei calzolai.
Un programma attraverso il quale tutto diviene possibile
L’idea è stata quindi quella di incorporare tutti gli elementi che potessero contraddistinguere uno straordinario programma di intervento, tenendo presente ogni aspetto relativo alla progettazione della città, con particolare attenzione riservata all’obiettivo di preservare le attività e le abitazioni del leggendario quartiere dei calzolai SEONG SU DONG. La realizzazione del progetto si è basata sull’utilizzo di una singola griglia.
Una torre alta 200 m
Una costruzione verticale alta 200 m, dal design estetico in armonia con la piastra, si inserisce tra il passaggio trasversale della linea 2 della metro e il ponte JANGANGYO.